Spagna, le tonnare di ponente

Print

Mentre in Italia si discetta se autorizzare o meno il calo di una tonnara “turistica” a Favignana (qui, proprio qui, la Regina delle Tonnare, la più famosa del Mediterraneo e dunque del mondo) in Spagna prendono tanti tonni da doverli rilasciare perché ampiamente superata la “quota” assegnata dall’ICCAT. Migliaia di tonni enormi, di quelli da due e trecento chili, anche di più, sono stati catturati nelle tonnare di Conil de la Frontera, a Zahara de los Atunes (il nome parla da solo), a Barbate lungo la costa dell’Andalusia. Immagini e resoconti della pesca ci sono stati forniti gentilmente dalla dott.ssa Ambra Zambernardi delle Università di Torino e Siviglia, un’antropologa che sta effettuando un dottorato di ricerca sulle tonnare del Mediterraneo e che ha seguito passo per passo le ultime due stagioni di pesca nella tonnara sarda di Carloforte, anch’essa protagonista di numerose catture (pure qui non è stato possibile pescare tutti i tonni finiti nelle reti per il superamento delle quote assegnate).

 

In Sardegna attualmente operano le ultime tre tonnare italiane in piena attività, e si trovano tutte vicine sulla costa del Sulcis: Carloforte/Isola Piana, Portoscuso e Porto Paglia. Il tonno viene da ponente, entra in Mediterraneo dallo Stretto di Gibilterra e costeggia Spagna e Sardegna prima di disperdersi nel grande Mare nostrum; gli stock di Tonno rosso (Thunnus thinnus) prima in pericolo per la pesca indiscriminata (da qui le limitazioni alle catture con le quote assegnate agli Stati rivieraschi) oggi sono enormemente accresciuti, tanto che la presenza preponderante di questo pesce sta alterando gli equilibri naturali, con la rarefazione di sarde, alacce e sgombri che costituiscono il loro alimento principale.

Le tonnare spagnole, e anche quelle sarde, non effettuano più la tradizionale mattanza ma fanno transitare quasi tutti i tonni catturati in gabbie marine dove i pesci vengono alimentati per ricostituire le riserve di grasso andate perdute nella “corsa” di riproduzione; successivamente i tonni vengono “prelevati” (uccisi a colpi di fucile calibro 12) a seconda delle richieste di mercato. Con buona pace di chi tuona contro la mattanza di una volta accusata di crudeltà.

In Spagna la pesca del tonno continua a rivestire una enorme rilevanza sociale ed economica, e i porti che fanno da base alle tonnare trasudano della loro cultura, che è biologia, antropologia ma anche gastronomia. La struttura delle reti a mare è simile a quelle delle tonnare siciliane (e sarde), e solo piccoli dettagli le differenziano: un minor numero di “camere”, dimensioni leggermente inferiori, l’uso di galleggianti rotondi in plastica. Per il resto, i tonnarotti (Sardegna) e i capejadores (Spagna) si muovono sulle tracce dei nostri tonnaroti, stante che dalla Sicilia nel XVI secolo l’arte dei rais è stata esportata nel resto del mediterraneo.

Print

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*