Lo story telling di “Emozioni nel profondo ” di Guglielmo Campione. Una recensione per immergersi “anche” nella mente

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Presentato nel 2012 in anteprima al castello svevo di Barletta grazie all’iniziativa di Ermanno Zambardino e della sua scuola subacquea “Dive my life”, e poi a Celano (Aquila) e Milano da MED BLU recentemente, EMOZIONI NEL PROFONDO di Guglielmo Campione è un viaggio visivo e uditivo nel mondo subacqueo che passa in rassegna le molteplici valenze dell’esperienza umana antica e contemporanea dell’immersione: esso presenta l’omonimo libro dell’autore e il volume “Immergersi nella mente, Immergersi nel mare”: l’immersione come metafora psichica, entrambi editi da “Serial diver”, MediAterraneum editore .

L’asse portante della conferenza-spettacolo è l’immagine e la visione cinematografica in cui l’Acqua, nelle sue accezioni simboliche, costituisce il denominatore comune. L’autore tesse la visione di film e la visione di immagini e fotografie in una trama narrativa fra scienza, psicoanalisi e mitologia: dalle tradizioni orali delle civiltà “Semplici”(indimenticabile quella dei Dogon raccolta e trascritta dall’antropologo francese M. Griaule in ”Dio d’acqua”) alle cosmogonie, i miti sull’origine del mondo, accomunate tutte dallo stesso incipit: l’Acqua fonte primigenia di Vita.

E’ un lungo e ricco itinerario che, prendendo le mosse dall’esperienza originaria primigenia di galleggiamento nell’Amnios materno , ci conduce al Mare, all’abbraccio acquatico della Grande Madre.

Strettamente intrecciate tra di loro queste due dimensioni, ri-suonano nella nostra psiche con echi che si rincorrono. Filogenesi , evoluzione della specie, ed ontogenesi, evoluzione dell’essere umano, ricapitolano la nostra storia personale e umana.

Noi siamo Acqua, dall’Acqua abbiamo avuto origine.

Le immagini e i filmati delle leggende sulle Selkie o Donne Foca delle isole Orkland, quelli dell’Uomo Pesce (o Colapesce o Niccolò Pesce) dell’area del mediterraneo, accompagnano il “racconto” di questo viaggio,ricomponendo le numerose tessere dell’infinito mondo delle Acque.

I filmati sulla vita intrauterina,raccolti dal National Geografic e dalla rivista Ultrasound, ci conducono in punta di piedi nel mistero acquatico della vita fetale.

L’Amnios nel quale galleggiamo per nove mesi costituisce la nostra prima immersione.

Numerosi studi scientifici hanno ormai appurato che nelle acque materne noi impariamo ad ascoltare la voce della madre che ci porta in grembo, a reagire alla musica che lei ascolta, a riconoscere il suo battito cardiaco,a sognare, ad emozionarci. Le tracce di quel primo approccio con il”profondo” rimarrano indelebilmente scritte nella nostra sfera psichica. Nasciamo “palombari”.

L’acqua genera , lava, ri – genera, purifica.

Così la sua valenza simbolica richiama le nostre profondità psichiche,suscita Emozioni nel Profondo, come un “filo rosso” che attraversa varie esperienze poetiche.

Come scrive l’autore in molti poeti italiani del primi decenni del novecento è possibile rinvenire il riferimento all’immersione-riemersione come metafora dell’operare poetico.

Govoni scrive la poesia visiva “Palombaro” immergendosi letterariamente nel mondo sottomarino; un mondo di anfratti che svela i suoi tesori di bellezza e di poesia, la peculiarità genuina delle sue affascinanti creature che comunicano tra loro in un’inesauribile, fantasiosa esplosione analogica, dall’oloturia sacco verminoso di cenciaiuolo, alla medusa ombrello di mendicante, all’attinia ceppo insanguinato dove lasciarono i capelli serpini le sirene decapitate.

In “Porto sepolto” di Ungaretti, l’immersione assume invece il significato di regressione nel grembo materno.

Nei “Frammenti lirici” di Clemente Rebora, in “Mar che ti volgi ovunque è riva”, troviamo ancora una volta la rielaborazione dello stesso tema.

Se la poesia dunque, ha teso orecchio ai richiami della profondità dell’anima/acqua, il cinema ci ha tuffato nelle emozioni dell’esperienza dell’immersione

È proprio l’acqua, in molti film, a garantire i percorsi di ricerca di sé dei protagonisti, il loro perdersi o riconciliarsi con la natura e con il mondo.

Il cinema, dicevamo, è l’asse portante di “EMOZIONI NEL PROFONDO”: “Stati di allucinazione” di Ken Russel, “Minority Report “ di Spielberg, “Lezioni di piano” di Jane Campion, “Le grande blue”di Luc Besson, “L’uomo delfino”, di Jacques Mayol, “Free fall e Ocean gravity” di Julies Gautier e Guillaume Nery, ci accompagnano,nel mondo sottomarino,costituendo uno straordinario supporto visivo della narrazione.

D’altronde il cinema si è sempre confrontato con il tema dell’immersione nel profondo : Steven Spielberg con il film “Lo squalo” (1975) diede corpo ai fantasmi dell’inconscio, ai mostri – più o meno verosimili – di un abisso mentale prima ancora che fisico.

La fantascienza – si pensi solo ai labirinti d’acqua della “Zona” in Stalker (1979) o all’Oceano Pensante di “Solaris” (1972), entrambi di Andrej Tarkovskij, ma anche al più recente “L’infinito spazio profondo ” (2005) di Werner Herzog – ha eletto l’acqua a spazio dell’”altro”, incarnazione cangiante di qualcosa di inafferrabile, per la mente più ancora che per i sensi.

I filmati relativi ai concerti subacquei degli Aquasonic e degli Underwater concert di Michel Redolfi dimostrano inoltre, quanto la Profondità dell’acqua possa costituire un luogo dove fare musica, potentemente ispiratore ed evocativo. I componenti del gruppo danese Aquasonic suonano e cantano all’interno di teche di vetro, stando immersi nell’acqua.

Michel Redolfi, inventore dei concerti subacquei, underwater concert, trasforma i suoni prodotti sott’acqua dal polistrumentista francese Thomas Bloch. Il pubblico ascolta la musica, dentro e fuori dell’acqua galleggiando in una piscina .

L’indagine scientifica sugli aspetti psicofisiologici legati all’immersione ci rende consapevoli di quanto importante sia il controllo del nostro stato emotivo nell’immersione come nella vita d’ogni giorno.
E’ importante imparare a capire come muti il nostro stato mentale durante l’immersione e su come questa fluttuazione si rifletta sul funzionamento del nostro organismo. La consapevolezza del funzionamento del nostro corpo non può non andare di pari passo all’indagine del profondo, della nostra sfera psichica. Un invito ad andare oltre, a immergersi nel mare dell’affascinante rapporto tra l’uomo e la materia da cui ha avuto origine.

(nella foto di copertina, Guglielmo Campione con Enzo Maiorca)

 

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