Glossario di Tonnara

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In questo glossario sono riportati i termini di difficile comprensione; alcuni di questi sono propri della tonnara di Bonagia (Trapani), mentre la maggior parte appartiene al lessico di tutte le tonnare siciliane.

a

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a

ACQUA

Una stagione di pesca. In genere i diversi tratti della rete venivano sostituiti ogni cinque “acque”

ACQUALORI

Quando la tonnara era un microcosmo autosufficiente per la impossibilità dei marinai di raggiungere quotidianamente la casa, c’era una persona incaricata di rifornire regolarmente di acqua la ciurma

ASTE

Lunghe aste di legno con un uncino di ferro all’estremità. Vengono usate nella mattanza, e anche negli spostamenti in tonnara

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b

BOCCA

L’apertura tra le reti per l’ingresso dei tonni nell’isola (vedi). Nella tonnara spagnola è costituita da un imbuto di rete,
la nassa; bocca a nassa, vucca a ‘nassa. Nelle tonnare italiane la bocca era il classico foratico (vedi); attualmente le poche tonnare ancora in attività hanno tutte adottato la ‘nassa

BOSCO

Capannone nel quale si appendevano i tonni eviscerati e decapitati per dissanguarli prima della lavorazione

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c

CALARE

Calar tonnare, disporre a mare il complesso delle reti; calato, l’operazione collegata.

CAMERA DELLA MORTE

L’ultima delle “camere” a ponente in cui è divisa l’isola della tonnara, l’unica ad avere il fondo di rete mobile, dove si effettua la mattanza. Chiamata anche corpu (corpo), coppu (coppo), naca (culla), leva (perché in essa si fa la levata dei tonni). La rete di questa camera è divisa in tante parti dalle maglie sempre più strette, chiamate:  tai, spissu, spisseddi, caruta, chiarotti

CAMERE

Le diverse sezioni in cui è divisa l’isola, separate l’una dall’altra dalle porte
(vedi)

CAMPERIA

Ampio locale adibito a rimessa delle barche

CAMPILE

Particolare
conformazione delle reti all’inizio ed a metà del pedale (vedi) per evitare che i tonni invece di avviarsi verso l’isola della
tonnara tornino indietro

CAMPOSANTO

Spazio attiguo
allo stabilimento per la lavorazione del pescato, dove si recuperavano gli scarti dei tonni per ulteriori impieghi commerciali

CANNA

Unità di
misura usata in tonnara, equivalente a circa metri 1,70 (in alcune tonnare la canna misurava mt. 1,75, in altre mt. 1,80)

CHIANCA

Ceppo in legno su cui venivano appoggiati parti del tonno per la vendita in fresco

CIALOME

I canti della tonnara

CIURMA

L’equipaggio
della tonnara; un tempo si divideva in ciurma
di mare e di terra a seconda delle incombenze, ma oggi non esiste
più la differenziazione

CODARDO

Non viene
più usato; era uno sbarramento di rete che partiva dal levante dell’isola e usciva in direzione nord: sarebbe dovuto servire per evitare
che i tonni aggirassero la tonnara, e invece finiva per allontanare i branchi che arrivavano da tramontana e maestro

COMMENTI

Camenti, lo spazio fra le tavole esterne delle barche

CROCCHI

Aste corte
munite di uncino all’estremità, usate per la mattanza

CURCUMA

Era un corpu più piccolo del normale e realizzato con rete più leggera, serviva per fare mattanze di pesci minuti: tonnarelli, palamite, ricciole, pescispada (usato soprattutto nelle tonnare siracusane e messinesi). Veniva calato sopra il corpu tradizionale

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f

FARATICO

Marinaio semplice, quando il salario era stabilito in “parti” gli toccavano ¾ di parte

FORATICO

La “bocca”
nella tonnara classica siciliana, un ingresso tra le reti totalmente
aperto per i tonni

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g

GOLFITANI

I tonni che non provengono dall’Atlantico, ma si ritengono stanziali del Mediterraneo

GRIPPIE

Cavi di cocco (vedi “lippie”)

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i

ISOLA

Il complesso
delle reti a forma di parallelepipedo dove vengono raccolti i tonni

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L

LATTUME

Sacca spermatica dei tonni

LEVA

Cima che serve per aprire e chiudere le “porte” (vedi); è anche uno dei sinonimi della “camera della morte”

LIPPIE

Cime dotate
di un gavitello, usate per salpare le ancore; attualmente sono realizzate
in nylon, mentre prima erano in cocco

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m

MARE DI FARAGGIO

Anche marfaraggio, marifaraticu, fabbricati a servizio della tonnara

MATTANZA

Fase finale
della pesca, quando i tonni sono rinchiusi nella “camera della morte”; termine importato dalle tonnare spagnole, precedentemente in Sicilia questa fase era chiamata accisa

MUCIARA

La barca
del rais (lunga circa nove metri, a sei remi); quando i galleggianti erano costituiti da sugheri la “muciara ‘i suari” era addetta a cambiare ogni tre giorni i galleggianti che si erano inzuppati d’acqua

MURENA

Anguilliforme, lungo anche oltre un metro, dotato di denti molto appuntiti (Muraena helena)

MUSARZI

I cavi di superficie ai quali sono attaccate le “porte”

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o

ORMEGGI

I cavi che uniscono il “summo” (vedi) alle ancore

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p

PALISCHERMI

Imbarcazione, vedi “varcarizzo”

PALMA

La croce di legno con le immagini dei santi e il pennacchio di foglie di palma, posto all’intersezione del pedale con l’isola

PORTE

Reti ortogonali ai “lati” dell’isola della tonnara, che dividono la stessa in “camere” e opportunamente abbassate o tirate in superficie fanno passare i tonni da una camera all’altra, fino alla camera della morte

PEDALE

Sbarramento di rete perpendicolare alla riva, che indirizza i tonni nell’isola della tonnara; chiamato anche costa o coda

PENNATE

Tettoie

PIOMBO

I cavi che uniscono la parte inferiore delle reti, a contatto col fondale; ad esso sono attaccate la rosase (conci di tufo), ovvero le mazzare (grosse pietre), o spezzoni di catena, per mantenere la rete sul fondo

PLEJADI

Costellazione
che appare nell’equinozio di primavera, quando inizia la pesca dei
tonni

PRUERE

Tonnaroto che ha il compito di ispezionare il “summo” e di guidare i rematori (che operano seduti sul “banco” dando le spalle alla direzione della barca); sta in piedi sulla prua

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q

QUADRATO

La disposizione delle barche nel corso della mattanza

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r

RAIS

Termine arabo molto simile al latino rex, è il capo, il sovrano, il condottiero della Tonnara, depositario di arti e conoscenze antiche, tramandate oralmente. Scelto dal padrone, è lui che decide dove e quando calare le reti, quando compiere la
mattanza, sua la responsabilità di tutte le operazioni legate alla stagione di pesca. Rende conto dell’operato solo al proprietario della
tonnara. Fino agli inizi degli anni ’80 a Bonagia veniva usato un bellissimo termine – oggi caduto in disuso – che compendiava l’arte
e la sapienza dei rais: la raisìa.

RIMIGGI

Squadra di tonnaroti (sei) che nella mattanza operano insieme per issare i tonni sul vascello

RIVOTO

Rete a maglie larghe attaccata all’estremità di sud est dell’isola: ha il compito di far tornare indietro i tonni che dopo aver risalito
il “pedale” hanno evitato la “bocca” della tonnara

RUNCA

Roncola usata per tagliare cavi e reti

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s

SCAMALE

I piccoli pesci che si catturano occasionalmente in tonnar

SOPRAVENTO – SOTTOVENTO

Indicano la posizione di cavi, reti e galleggianti rispetto al “cammino” dei tonni: sopravento a Bonagia è la zona che guarda da nord ovest a nord est, sottovento quella rivolta da sud ovest a ovest

SPECCHIO

Cilindro di metallo (rame o acciaio) col fondo di vetro, usato dai pescatori per scrutare sotto la superficie

SPIGOLO

La rete ad angolo dove il “pedale” finisce e inizia il “sottovento” dell’isola; un suo perfetto posizionamento è indispensabile per la funzionalità della struttura

STIRATO

Il corridoio lungo il bordo del “vascello di levante” dove trovano posto i “rimiggi” (vedi) nella mattanza; detto anche stallato

SUMMO

Cavi in superficie a cui è attaccata la rete; è tenuto a galla dai galleggianti

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t


TESTE

Di levante e di ponente: i lati più corti del parallelepipedo di rete che è l’isola

TOCCO

I diversi segmenti del “pedale, alto (verso il largo) o basso (verso terra) rispetto alla ubicazione del “campile”

TONNO

Thunnus thinnus, è il più grosso teleosteo vivente, capace di superare i 500 chilogrammi di peso. Dal punto di vista commerciale è da sempre il pesce maggiormente sottoposto a pesca intensiva per la possibilità di sfruttare tutta quanta la sua carne, consumata fresca, sott’olio o salata. Per questa caratteristica è stato assimilato al maiale, di cui nulla si getta: “E siccome i porci di terra quando macellansi abbondano di carne una casa, così il tonno di mare l’abbonda di salato …” (Marchese di Villabianca, seconda metà del 1700)

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v

VARCARIZZO

Barcarizzo, barcareccio, la flotta della tonnara. Ne fanno parte i “vascelli” (due, quello di ponente o “caporais”, e quello di levante dove trovano posto i ”rimiggi” nella mattanza); i  parascarmi o palischermi ( detti anche varcazze, quattro, vengono usati per trasportare reti, cavi e pietre, e a coppia costituiscono due lati del “quadrato”); la muciara; le barche adibite ai lavori tra le reti, che prendono il nome dalla “porta” loro assegnata (ordinaro, bastardo) e la muciaredda del sottorais; ci sono poi le barche a motore adibite al
traino della flotta. La consistenza della stessa varia di tonnara in tonnara .

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