Nicolino e il delfino. Una bella storia di mare

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E’ in uscita per l’editore Mazzotta il nuovo libro di Ninni Ravazza”Nicolino il pescatore. Storie dal mare di San Vito lo Capo”. Si tratta del diario scritto dal pescatore Nicolò Lucido per i suoi adorati nipoti. Oltre settant’anni di pesca nei mari sanvitesi e delle isole Eolie ripercorsi attraverso i ricordi di un grande uomo di mare oggi ottantenne. Del libro (uscita prevista in dicembre) anticipiamo il capitolo in cui si narra il salvataggio di una delfina finita tra le reti …

<<Nel mese di settembre pescavamo a caponi con la barca “Orlando” io, mio figlio Simone, mio fratello Bartolo, mio cognato Carlo; di caponi però nessuna traccia. Ritornando a casa ci siamo accorti che due delfini erano in difficoltà, la femmina aveva una collana di galleggianti attorno al corpo e un po’ di rete, aveva difficoltà a nuotare; abbiamo deciso di liberarla dalla rete, ci siamo messi pronti per aiutarla, diverse volte abbiamo tentato ma alla fine abbiamo dovuto afferrarla con i corchi, era un delfino di oltre 100 chili, noi eravamo tutti bagnati, la sua coda era sopra la barca e mentre tentavamo di tagliare la rete non si è mossa più, la testa toccava l’acqua, il maschio piangeva, aveva la testa appoggiata alla testa della femmina, piangeva e io lo accarezzavo, era imbambolato, gli dicevo “ora la liberiamo”, in tre minuti l’abbiamo liberata ma non sono fuggiti, rigiravano attorno alla barca piangendo, hanno fatto diversi giri mentre noi eravamo fermi, ci ringraziavano, tutto potevo immaginare ma non questo, hanno capito che l’abbiamo salvata. Nella mia esperienza so che per tanti tipi di pesci il maschio non abbandona la femmina in difficoltà, ma quando il maschio è in pericolo la femmina invece lo abbandona. I delfini a noi pescatori fanno molto danno in qualsiasi mestiere, dove arrivano loro distruggono tutto, pesci e reti; per esempio un pescatore qualunque tipo di pesca fa e c’è pesce, se arrivano loro se ne può andare, non pesca più, ma noi non li uccidiamo>>.

Questo episodio ricorda la liberazione di un giovanissimo delfino finito tra le reti della tonnara di Bonagia a metà degli ultimi anni ‘90, riportato nei miei libri “L’ultima Muciara” e “Diario di Tonnara”: anche in quel caso i tonnaroti fecero di tutto per ridare la libertà al delfino, e quando questo fu portato lontano dalle reti il branco che da giorni lo aspettava si mise a girare attorno alle muciare come per ringraziare e fare festa all’amico tornato libero (n.r.)

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