Il mistero dei caponi spariti

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di Ninni Ravazza

C’è qualcosa che non quadra quest’anno nella tradizionale pesca dei Caponi (lampughe, Coriphoena hippurus), che solitamente impegna le flotte siciliane – e in particolare di San Vito lo Capo – nei mesi da settembre a dicembre. La lampuga, pesce gregario che si pesca in grandi quantità in autunno, da sempre appare nei nostri mari intorno alla fine di agosto: si tratta di esemplari giovanissimi, dal peso di 100/150 grammi; nei tre mesi della pesca la crescita è velocissima ed a dicembre i pesci pesano fra i due ed i tre chilogrammi. I pescatori li catturano sfruttando il loro istinto che li porta a fermarsi sotto ogni cosa che faccia ombra, e così tendono loro le trappole galleggianti chiamate “cannizzi”, attorno ai quali calano le reti (“cianciolo”).

Quest’anno straordinariamente i primi Caponi catturati a inizio di settembre pesavano già 4/500 grammi, tre volte il normale, e a fine settembre non era raro catturarne esemplari sui due chili. Caponi e tonnetti (i giovanissimi Thunnus thinnus – tonno rosso) hanno di regola lo stesso accrescimento, nascono dunque nel medesimo periodo di fine primavera, inizio estate. Quest’anno non è stato così, e viste le catture sembra che la riproduzione per i Caponi sia avvenuta in anticipo, mentre i tonnetti appaiono più piccoli del solito. Cosa è successo? Questa situazione è stata registrata dai biologi marini un po’ dappertutto, quantomeno in Sicilia. Mutate condizioni climatiche hanno forse comportato una riproduzione in anticipo? Troppo presto per dare una risposta, ma certamente si è verificata una situazione anomala, da verificare statisticamente negli anni che verranno. Analogamente, un’altra condizione particolare si sta verificando in questo primo scorcio di autunno, con pesanti ripercussioni negative sulla marineria sanvitese: i Caponi sono quasi scomparsi dal mare davanti al Capo, e dopo giorni e giorni di uscite infruttuose molti pescherecci restano fermi in porto in attesa che i pesci tornino a fermarsi sotto i cannizzi. Cosa è successo in questo caso? Probabilmente in altre zone c’è una maggiore “mangianza” (i piccoli pesci di cui si nutrono le lampughe) e qui si fermano o vengono attratti i pesci migratori. Tale situazione sta creando grosse difficoltà ai pescatori di San Vito lo Capo, che dalla pesca stagionale dei Caponi traggono buoni guadagni. Peraltro i cannizzi vengono calati ormai molto lontani dalla costa (anche 20/25 miglia), e già il raggiungerli comporta una notevole spesa di carburante (a questo va aggiunto il costo per il calo dei cannizzi, anche esso notevole).

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